su “il Nuovo Calcio” di Aprile (n. 303) a pag. 70, per la rubrica ALLENAMENTO FISICO, troviamo…
LA CORE ABILITY di GIULIA SIMONETTI.
Come allenare in modo funzionale per il calciatore questa abilità.
BF® Soccer è un workout per l’equilibrio, l’efficienza del Core e le capacità coordinative. Il controllo del corpo in movimento per la prevenzione infortuni e miglioramento Performance.
➤ Qui puoi sfogliare la rivista digitale e vedere il video della sequenza sul sito https://goo.gl/CBtTww
➤ Qui il video su Fb
il prossimo Training BodyFit® Outdoor nella natura del bellissimo Circolo Nuovo Tuscolo Sporting Club !
Metti in moto le emozioni con un’esperienza di Benessere in Movimento che ti resterà nel Cuore
Roma – 8 aprile 2018
Class Training NUOVO TUSCOLO SPORTING CLUB ! Musica e voce del Trainer in
Workout BodyFit® in in movimento nel Circolo
Ritrovo ore 10.30 – Partenza ore 11.00
Via della Batteria di Porta Furba, 29 – 00181 Roma
Quota di Partecipazione Ospiti: € 7 – Gratuita per i soci
NECESSARIA PRENOTAZIONE : 06 241 6904
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oppure GRATUITO se prenoti 5 Class Training (€ 50 da utilizzare entro giugno 2018)
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… Grazie a chi ha partecipato al Group Training BodyFit® Outdoor dell’ 11 febbario al Parco della Caffarella !
… Grazie a chi ha partecipato al Group Training BodyFit® Outdoor del 28 gennaio Isola Tiberina!
… Grazie a chi ha partecipato al Group Training BodyFit® Outdoor del 14 gennaio al Circo Massimo!
… Grazie a chi ha partecipato al primo Training BodyFit® Outdoor del 7 gennaio nel Parco della Caffarella!
Domenica 2 Aprile è stato presentato il Metodo BODYFIT® per il Recupero Funzionale e la Riatletizzazione, utilizzato all’interno dei protocolli riabilitativi Sport Health al Convegno Medico della MIA – Accademia Italiana Manipolazioni Vertebrali dalla Dr.ssa Giulia Simonetti
il Video dell’intervista a Leandro Castan dopo Al Ahly-Roma,
l’amichevole con cui è tornato in campo per tutti i 90 minuti
http://www.asroma.com/it/video/2016/5/21/video-l-intervista-a-leandro-castan-dopo-al-ahly-roma
I commenti dei compagni di squadra e di Spalletti:
Castan, esercizi extra per tornare a vedere la luce
Il brasiliano lavora con un’esperta di funzionalità neuromuscolare per ritrovare il controllo del corpo
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GAZZETTA DELLO SPORT – 8 APRILE 2016
di Stoppini Davide - ROMA
Se finisci sotto il confine dell’autostima, hai due possibilità: aggrapparti o lasciarti andare. Leo Castan si è aggrappato. Il confine è stato Roma-Verona, 17 gennaio. Poi il dubbio. La possibilità di tornare in Brasile. E una telefonata dell’amico, fine febbraio: «Proviamo questa strada». Leo s’è fidato. E ha iniziato la risalita. Ora, 16 mesi dopo l’intervento al cervelletto, vede la luce. Nel derby è tornato tra i convocati: non un gentile omaggio, qualcosa è cambiato.
MORALE ALTO Castan, tramite il gruppo Sport Health, si è affidato da un mese e mezzo a Giulia Simonetti, dottoressa in Scienze Motorie, e al suo «allenamento funzionale neuromuscolare»: una seduta a settimana, a volte due, di poco più di un’ora, lavoro supplementare rispetto a quello di Trigoria.
L’obiettivo? Superare le difficoltà di controllo del corpo, in particolare della parte sinistra, dominante per un mancino. In soldoni, è come se il brasiliano dovesse riorganizzare il lavoro tra il comando del cervello e la risposta del corpo, per tornare a compiere un gesto naturale. Immaginate un ragazzo che impara a guidare e ogni volta che entra in auto deve pensare a tutto quello che deve fare: con il tempo tutto diventa automatico, la cintura di sicurezza, la marcia, la frizione…
«Lavoriamo per ridurre la velocità di reazione – racconta Simonetti – Lui mi mostra il gesto tecnico da migliorare, gli spostamenti o il colpo di testa. Io lo scompongo e lo ricompongo finché non lo memorizza». La prima fase è completata: «Il mio metodo (BodyFit, ndr ) si basa su coordinazione, equilibrio, Core Ability, ovvero la stabilità della parte centrale del corpo in movimento, spesso su una gamba sola. Leo ha capito che, se c’è da fare un intervento di piede, è tutto il corpo che deve partecipare.
I compagni gli hanno fatto i complimenti, si allena con più controllo, il peggio è passato». Il tutto a ritmo di musica. «La sceglie lui, di volta in volta. Ha una forza d?animo incredibile». E chissà che non gli capiti l’occasione di farlo vedere in campo .
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Esercizio fisico si o no? Perché? Quali attività ? Ipotiroidismo e Ipertiroidismo, cosa cambia?
(di Giulia Simonetti - pubblicato su Tiroidee.com)
Vi ringrazio subito per i consensi ricevuti, oltre ogni aspettativa, al mio primo articolo. Sono felice di essere stata utile a molti di voi (per chi non avesse letto il primo articolo, lo troverà a questo link). Continuerò trattando gli argomenti in modo semplice e diretto ed oggi approfondirò le tematiche legate all’ Ipotiroidismo e all’Ipertiroidismo sotto l’aspetto dell’esercizio fisico, purtroppo molto sottovalutato.
Cosa cambia nel nostro corpo con il movimento?
Per comprendere realmente la necessità di una corretta attività fisica vediamo cosa avviene nel nostro corpo quando si mette in movimento. A livello ormonale e metabolico c’è una modificazione totale nel nostro organismo poichè entrano in funzione molteplici processi fisiologici, in sinergia tra loro, che agiscono in maniera positiva quando l’attività fisica è svolta nel modo corretto e, soprattutto, nella giusta “quantità”. Gli eccessi sono sempre negativi, anche nel caso dell’allenamento. Ma noi ci riferiremo esclusivamente a quegli ormoni direttamente coinvolti nel nostro caso. In maniera molto semplificata possiamo dire che gli ormoni tiroidei aumentano con l’esercizio fisico e che quindi migliorando l’efficienza e la forma fisica modifichiamo positivamente l’attività tiroidea. Però dobbiamo sempre tener presente che l’alimentazione è strettamente legata ai benefici dell’attività fisica e per la costruzione di questi ormoni la dieta deve essere sufficientemente ricca di iodio.
Esistono anche due ormoni non tiroidei importantissimi : Insulina e Glucagone. E’ fondamentale capire come questi due ormoni agiscano sul nostro metabolismo (regolando la glicemia) e come si comportano quando svolgiamo un esercizio fisico. Il nostro “ingrassare” o “non dimagrire” è strettamente connesso al loro funzionamento, al movimento che facciamo ed a “come” ci alimentiamo (perché non dipende solo dalla quantità di cibo ma in quali momenti lo assumiamo). ll ruolo dell’insulina è quello di far scendere la glicemia nel processo che segue la digestione. Quando si mangia un alimento glucidico o un carboidrato (pane, pasta, patate, dolci, zucchero …), questo viene trasformato in glucosio che arriva nel sangue e determina un aumento della glicemia, (la percentuale di zucchero nel sangue rispetto al suo livello di base). Con questo processo la glicemia scatena la secrezione di Insulina, che ha il compito di prendere il glucosio in eccedenza nel sangue e smistarlo nel fegato e nei muscoli. In questo modo la glicemia viene riportata al suo livello di base. Quando l’assunzione di glucidi è in eccesso e/o ripetuta nell’arco della giornata, il glucosio in eccedenza viene trasformato in grasso e depositato nelle cellule adipose (ecco perché l’Insulina è anche detta Ormone dell’accumulo). Un ruolo importantissimo lo svolge l’ormone Glucagone che contrappone la sua azione a quella dell’insulina. Si occupa del mantenimento della glicemia (zuccheri nel sangue) lontano dai pasti, stimolando il consumo delle riserve di grasso accumulate sotto stimolo dell’insulina. Perciò il Glucagone è l’ormone che ci interessa stimolare per orientarci verso il dimagrimento. E’ fondamentale sapere che può svolgere efficacemente la sua azione a partire da almeno 2 ore dalla fine del pasto e che il meccanismo si interrompe se viene nuovamente stimolata insulina. Durante l’attività fisica il Glucagone aumenta e l’Insulina diminuisce. Con l’inizio del movimento l’Insulina ferma quasi totalmente la sua azione, ma il glucosio ai muscoli deve essere sempre rifornito (per evitare ipoglicemia), quindi è il Glucagone a portare ai muscoli l’energia necessaria alla contrazione, attingendo alle riserve, anche quelle di grasso accumulate dall’insulina. Capito questo, se dobbiamo controllare il peso, sappiamo perché un semplice cioccolatino è più dannoso a metà pomeriggio, che a fine pasto. Ma soprattutto comprendiamo l’importanza di un’adeguata attività fisica. Se soffriamo di Ipertiroidismo e quindi non abbiamo probabilmente necessità di dimagrire, possiamo usare queste conoscenze per sfruttare l’Insulina come alleata.
Ipotiroidismo: Ho letto che… ma è vero?
Leggo con preoccupazione in rete e su siti web che dovrebbero essere attendibili indicazioni molto scarse, generalizzate e troppo spesso non corrette sulle attività da svolgere per chi soffre di ipo o di ipertiroisdismo. Leggo che l’esercizio fisico aiuta a perdere peso… ma è questo che davvero ci interessa? Abbiamo già visto la grande differenza tra dimagrire e perdere peso nel mio articolo precedente (Tiroide ed Esercizio Fisico). Leggo che fare 30/40 minuti di allenamento è perfetto, ma anche 10 minuti al giorno sono efficaci…. e dico innanzitutto “mettetevi d’accordo”! Poi… allenamento di cosa? 30/40 minuti possono essere di camminata relax o di esercizi massacranti… è lo stesso? 10 minuti al giorno (di cosa?) sono efficaci … per cosa? Possiamo dire che “sono meglio di niente”, ma efficaci in tutta onestà no.
Un’adeguata attività fisica deve essere adattata alle specifiche esigenze ed, in questo caso, alle problematiche legate alla patologia, che possono variare ed essere più o meno gravi in base al tipo e livello di Ipotiroidismo o se il paziente ha subito o meno tiroidectomia. Bisogna anche valutare se la persona ha svolto regolarmente esercizio fisico in passato o se viene da una sedentarietà, perché la risposta muscolare, cardiaca e funzionale, saranno ben diverse da persona a persona.
Mi sembra quindi chiaro che non ci si possa prendere la responsabilità di indicare in 2 righe cosa fare, come e quando farlo, senza conoscere la realtà della persona, la sua condizione fisica ed il suo grado di “allenamento” presente e passato.
Un dato certo è che l’attività deve essere costante, ma moderata, quindi non eccessiva,non lavori a intervalli.
Se si proviene da una situazione sedentaria e si è in forte sovrappeso, sarebbe già buono inserire 20-25 minuti di esercizio fisico per 2 volte a settimana. Si potrà migliorare di pari passo con i progressi che si otterranno, prolungando i tempi di lavoro e/o inserendo una terza e quarta seduta di attività.
Nel prossimo appuntamento, entreremo nello specifico di cosa fare o non fare.
Ipertiroidismo: Ho letto che… ma è vero?
Il cuore è uno degli organi-bersaglio principali degli ormoni tiroidei. La loro azione è positiva, dato che inducono una più vigorosa contrazione muscolare e, quindi, una maggiore gittata cardiaca. Purtroppo però, stimolando così la frequenza cardiaca in un paziente ipertiroideo, si verifica che di solito è tachicardico e da ciò possono derivare aritmie pericolose.
Esercizio fisico si o no? Perché? Quali attività?
Cosa vuol dire “bruciare” e cosa cambia nelle disfunzioni tiroidee
Come cambia il metabolismo?
Se abbiamo un’eccessiva concentrazione di ormoni tiroidei circolanti (come nell’Ipertiroidismo) avremo una spesa energetica maggiore di base ed un’aumentata velocità di utilizzo delle energie (“bruciamo” di più e “accumuliamo” di meno), nonché un’iperattività del sistema nervoso. Nel caso dell’Ipotirodismo avremo una reazione opposta, essendo una condizione causata da carenza di ormoni tiroidei e carenza di iodio, con conseguente rallentamento del metabolismo, nonché rallentamento dell’attività fisica e psichica.
Quanto è importante l’attività fisica?
Qui introduco le linee guida, che andremo ad approfondire negli appuntamenti seguenti. Mi rendo conto che di queste patologie se ne parla molto poco e, troppo spesso, in maniera non corretta o superficiale. Soprattutto si collega il movimento semplicemente al “bruciare calorie”, al “sudare”, come se questo fosse l’unico scopo, un rimedio per bilanciare entrate e uscire, per “bruciare le calorie del dolce” che ho mangiato dopo pranzo. Dobbiamo capire quanti e quali sono gli effetti positivi sul nostro organismo dell’esercizio fisico e come utilizzarli per il nostro benessere di oggi e soprattutto di domani. Perché muoversi, se non è fatto nel modo corretto e finalizzato, non sempre fa bene. Anzi, quasi mai.
L’attività fisica è fondamentale, nel caso di Ipotiroidismo ancora di più, ma va praticata, a seconda delle proprie condizioni, in maniera costante (almeno tre volte a settimana) e moderata. Se ancora qualcuno pensa che “sudare” equivale a “dimagrire”, sappia che purtroppo non è così: si dimagrisce quando si provoca un aumento del metabolismo (anche quello basale) e ciò si crea con la giusta attività fisica. Sudare, se non è associato a questa trasformazione, provoca solo una momentanea perdita di liquidi, che fa benissimo per eliminare tossine e darci una sensazione di benessere post-fatica, ma nessun dimagrimento. Ti pesi ed hai perso un chilo dopo l’attività fisica? Certo, probabile, se hai espulso molti liquidi, ma li recupererai semplicemente bevendo. E poi ricorda che “perdere peso” e “dimagrire” sono due cose molto differenti. Dimagrire, infatti, significa sostituire massa grassa con massa magra (muscolare), quindi potresti pesarti e scoprire di avere 1-2 kg in più dopo 2 mesi di attività fisica (perchè il muscolo “pesa” molto più del “grasso”, ma essere cambiata, magari una taglia in meno e sicuramente un corpo più tonico.
Sfatiamo anche la leggenda che è da evitare in caso di Ipertiroidismo! Certamente l’attività fisica va molto limitata e studiata nei particolari perché non dobbiamo rischiare di accelerare un metabolismo già di per se elevato, ma l’esercizio serve anche al mantenimento delle strutture e del tono muscolare! Serve a prepararci per una vecchiaia più godibile. Quindi, assolutamente non va evitato.
Vedremo insieme cosa fare e soprattutto cosa evitare … alla prossima!
Giulia Simonetti